venerdì 26 maggio 2017

Osservato l''abbraccio' dell'acqua intorno al Dna: Scoperta utile per capire le interazioni alla base della vita.

Fonte: ANSA Scienze
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Osservato l''abbraccio' dell'acqua intorno ad un filamento di Dna: l'hanno immortalato i ricercatori della Cornell University, negli Stati Uniti, grazie ad una tecnica di indagine che permetterà di studiare sempre meglio le interazioni dell'acqua con le molecole alla base della vita.

"Per studiare la biologia e le reazioni, non basta considerare l'acqua da sola: bisogna capire come si pone rispetto agli altri elementi e come interagisce. In biologia, soprattutto, bisogna capire come si comporta intorno a materiali come le proteine e il Dna", spiega il biochimico Poul Petersen, che ha coordinato lo studio pubblicato sulla rivista Central Science.

L'acqua influisce sulla struttura e sulla funzione del Dna, e il suo 'abbraccio' è già stato oggetto di vari studi in passato: alcune simulazioni avevano mostrato un ampio spettro di comportamenti che può assumere in corrispondenza del 'solco minore' del Dna, ovvero la regione in cui si avvicinano i due 'montanti' della doppia elica formati da un'alternanza di molecole di zucchero e fosfato.

Per osservare direttamente il 'guscio' di idratazione formato dall'acqua, i ricercatori della Cornell University hanno impiegato una tecnica di spettroscopia sviluppata nel 2015, che usa un raggio di luce visibile e un raggio a infrarossi per colpire il campione da analizzare, in questo caso un filamento di Dna bloccato su un prisma ricoperto di silicio. Si è così riusciti ad osservare per la prima volta la superstruttura di acqua che circonda una molecola biologica assumendo la stessa struttura chirale, cioè non sovrapponibile alla sua immagine speculare: un passo importante, spiega Petersen, per comprendere meglio il comportamento dell'acqua nei sistemi biologici.

"Di certo saranno molto interessati gli ingegneri che progettano sistemi biomimetici e che guardano alla natura per sviluppare soluzioni come i sistemi di filtraggio dell'acqua", commenta il ricercatore, sottolineando che un'altra possibile applicazione potrebbe essere lo sviluppo di nuovi materiali resistenti all'accumulo di microrganismi e alghe che intaccano le superfici umide.

sabato 20 maggio 2017

Costruito Supermagnete per il progetto ITER. Servirà per i futuri esperimenti sulla fusione nucleare.

Fonte: ANSA Scienze
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E' stato costruito in Italia il primo magnete del più grande reattore sperimentale del mondo, Iter, ideato per dimostrare la possibilità di produrre energia dalla fusione nucleare, il sogno dell'energia pulita.  Il magnete supertecnologico, costruito nello stabilimento della Asg Superconductors di La Spezia, è il più sofisticato al mondo. Altro 14 metri e largo 9, pesante 300 tonnellate, come un Boeing 747, ha la forma di una grande D maiuscola ed è il primo dei 18 magneti che costituiranno il cuore del reattore Iter in costruzione nella Francia meridionale, a Caradache. In Italia ne saranno prodotti 9, più 1 di ricambio, e altrettanti in Giappone.

Iter (International Thermonuclear Experimental Reactor) è un progetto internazionale nato per accompagnare il percorso dalla fase sperimentale della ricerca sulla fusione nucleare alla possibilità effettiva di produrre elettricità su larga scala con centrali a fusione. Vi partecipano Unione Europea, Giappone, Stati Uniti, Russia, India, Cina e Corea del Sud, per un totale di 3.500 ricercatori di 140 istituti di ricerca di 35 Paesi.

Nel 2025 la sperimentazioneNel 2025 la prima sperimentazione della fusione nucleare, con il reattore Iter. La conferma arriva dal direttore generale del progetto Iter, Bernard Bigot. "Quando abbiamo iniziato il progetto c'era grande entusiasmo - ha detto a margine della presentazione del primo magnete nello stabilimento Asg- e i 35 Paesi coinvolti avevano fissato la scadenza al 2017 per l'accensione del plasma. "Ma nel 2014 - prosegue Bigot - è venuto fuori che il progetto era molto complesso, al di là dell'accordo politico aveva bisogno di ingegneria e di più tempo. Quando mi hanno chiamato a dirigere il progetto ho subito detto che il termine doveva essere spostato al 2025 e confermo questa data. I tempi sono sotto controllo". Il magnete costruito alla Spezia è il primo dei 17 che comporranno Iter e che "sono i più grandi mai costruiti - spiega - e costituiscono il cuore del progetto".  "Siamo molto orgogliosi, noi e tutti quelli che hanno lavorato per costruirlo", ha commentato Davide Malacalza, presidente di Asg Superconductors. "Il capo della produzione quando per la prima volta ha mosso questa bobina ha avuto la pelle d'oca. Ci sono voluti cinque anni per realizzare il prototipo". 

L'Italia è in pole position
L'Italia  è in pole position nella corsa alla fusione nucleare, con la tecnologia per il reattore Iter e per il contributo economico al progetto, con un ritorno decisamente in attivo. "Si calcola che l'Italia abbia contribuito per il 12%-13% ai 6,6 miliardi di euro stanziati finora dall'Unione Europea e che abbia recuperato un miliardo in commesse che ad ora riguardano il 55% del budget tecnologico previsto", ha detto il direttore del dipartimento Fusione nucleare dell'Enea, Aldo Pizzuto.
Grazie al ruolo di facilitatore svolto dall'Enea, "le aziende italiane che partecipano a Iter con contratti diretti sono circa 20, più un vasto indotto di subcontraenti. Sono almeno 500, inoltre, le imprese italiane che guardano con interesse al progetto Iter e una buona frazione di essere ha avuto la possibilità di parteciparvi".
Oltre che con i magneti superconduttori costruti dalla ASG Superconductors,  la tecnologia italiana entra in gioco anche nella fase di produzione dell'energia utile ad avviare la macchina, con i progetti avviati a Padova per accelerare le particelle ad altissima energia che dovranno a scaldare il plasma, Ancora in Italia si punta a costruire un Iter in miniatura chiamato Dtt (Divertor Test Tokamak), una macchina sperimentale da 500 milioni di euro destinata a fornire risposte chiave relative alla fattibilità scientifica e tecnologica della fusione nucleare. "Speriamo di condurla in porto prima possibile - ha detto Pizzuto - perché il suo compito è contribuire a rendere i futuri reattori a fusione i più economici possibile".

Intervista ad Aldo Pizzuto, direttore dipartimento fusione nucleare ENEA: