sabato 11 giugno 2016

Nuovo materiale capace di trasformare in luce visibile quella vicina all'infrarosso.

Fonte: ANSA Scienze
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Produrre luce potrebbe diventare più economico, grazie al nuovo materiale capace di trasformare in luce visibile quella vicina all'infrarosso. Potrebbe essere un nuovo passo in avanti nelle tecniche di illuminazione, dopo l'arrivo dei Led, descritto sulla rivista Science. E' possibile grazie al nuovo materiale ottenuto da elementi molto comuni ed economici, come stagno e zolfo, e con una struttura simile a quella del diamante.
Ottenuto in Germania, dal gruppo coordinato da Nils Wilhelm Rosemann, dell'università di Marburgo, il composto potrebbe anche aprire la strada a microscopi più precisi e a proiettori di nuova generazione.
Quando un fascio di luce laser nel vicino infrarosso viene diretto sul composto, la struttura di quest'ultimo altera la lunghezza d'onda della luce rendendola visibile all'occhio umano, molto simile a quella prodotta dalle normali lampade alogene.
 Secondo i ricercatori potrebbe essere in arrivo un cambiamento confrontabile all'introduzione dei Led, che hanno segnato il primo sostanziale passo in avanti rispetto alle lampadine a incandescenza introdotte nella seconda metà dell'800.
Mentre queste ultime hanno il difetto di dissipare una grande quantità di energia sotto forma di calore, i Led sono notevolmente più efficienti. Il nuovo materiale ottenuto in Germania potrebbe segnare un nuovo passo in avanti nell'illuminazione, considerando che i materiali utilizzati sono largamente disponibili e molto economici.

domenica 5 giugno 2016

DNA umano sintetico, per poter coltivare organi destinati ai trapianti.

Fonte: ANSA Scienze
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Dopo aver letto il grande libro del genoma umano, a distanza di oltre dieci anni e' arrivato il tempo di scriverlo, ottenendo per la prima volta in laboratorio Dna umano sintetico per poter coltivare organi destinati ai trapianti e per ottenere cellule umane 'super sicure', capaci di contrastare gli attacchi di batteri e virus, come di resistere ai tumori. E' quanto intende fare il programma ambizioso presentato sulla rivista Science da un gruppo di 25 fra genetisti, biochimici e biologi molecolari.
 Il progetto si chiama Human Genome Project-write (Hgp-write), ossia il Progetto Genoma Umano che si occupa di scrivere il Dna e l'idea dei suoi promotori e' di avviarlo a fine anno in collaborazione con istituzioni pubbliche. "Abbiamo bisogno delle tecnologie e di un quadro di regole etiche", scrivono su Science i ricercatori, coordinati dall'esperto di Biologia sintetica Jef Boeke, dell'universita' di New York. A lui si deve la prima versione sintetica del genoma del lievito del pane e quella del piu' piccolo dei cromosomi umani, il terzo. Tra gli altri autori della proposta, il genetista di Harvard George Church e il futurologo californiano Andrew Hessel.
 E' il punto di arrivo prevedibile dell'esperienza accumulata nel tempo con la mappa del Dna umano e, piu' recentemente con i primi batteri sintetici, dal codice genetico inesistente in natura e programmato al computer, e con la tecnica del taglia-incolla del Dna, chiamata Crispr. E' un grande patrimonio di conoscenze che adesso permette di proporre un programma di ricerca ambizioso come lo Human Genome Project-write.
 Il primo obiettivo che si propongono i ricercatori e' realizzare una linea di cellule umane 'super sicure', che siano cioe' equipaggiate con i geni 'giusti' per resistere ai virus e per contrastare i tumori, e nelle quali siano 'cancellati' geni poco sicuri perche' potenzialmente legati a mutazioni pericolose. Il Dna di queste supercellule dovrebbe infatti esser molto stabile, in modo da garantire la disponibilita' di linee di cellule da utilizzare a fini terapeutici.
 La reazione del mondo scientifico si e' fatta sentire immediatamente dal sito di un'altra grande rivista scientifica, Nature, e il dibattito e' ormai aperto tra chi vede la possibilita' di un progresso e chi esprime timori e perplessita'. Non si e' stupito, per esempio, l'esperto di biologia sintetica Martin Fussenegger, del Politecnico di Zurigo, per il quale il progetto e' una naturale evoluzione delle cose: "alla fine e' solo questione di fondi". Un altro esperto di biologia sintetica, Drew Endy, dell'universita' californiana di Stanford, ritiene invece che il progetto debba essere abbandonato in attesa di un sostegno pubblico piu' forte. In Italia il genetista Edoardo Boncinelli, dell'universita' Vita e Salute di Milano, non si allarma: "non considero questo progetto una novita' assoluta perche' alcune cose si possono fare anche con le tecnologie attuali, anche se sono costose. In ogni caso non vedo pericoli".