lunedì 13 luglio 2015

Perchè l'Universo, al posto del nulla?

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È da millenni che il filosofi (e da qualche secolo anche i fisici) cercano di dare una risposta a questa domanda “impossibile”: Perché l’Universo al posto del nulla? …ovviamente senza alcun risultato apprezzabile. Riflettendo su questa domanda impossibile, il mio pensiero è andato subito alle moderne teorie sul Multiverso; e andando contro uno dei principi fondamentali della fisica, ovvero che non possa esistere alcuno spazio vuoto di campo (persino il vuoto quantistico non è realmente vuoto, ma è ricco di particelle virtuali), ho voluto ipotizzare, nel Multiverso, l’esistenza di spazi vuoti di campo. È ovvio che in un simile spazio, totalmente scevro dalla seppur minima quantità di informazione, nessuna “entità pensante” in esso presente, potrebbe mai porsi la domanda: “Perché qualcosa al posto del nulla?”; proprio perché la sua presenza/esistenza non è ammissibile in un simile contesto della realtà. Ora, continuiamo a dare per valida questa ipotesi iniziale (ovvero che nel Multiverso possano esistere degli spazi vuoti di campo), e immaginiamo un’entità pensante posta proprio al confine tra uno spaziotempo classico-ordinario (l’unico ammesso dalle leggi della fisica) e uno spazio vuoto di campo (in cui neanche il concetto di tempo ha più significato). Immaginiamo che questa entità pensante non si autodistrugga immediatamente e possa invece continuare tranquillamente ad esistere sul questa ipotetica linea di confine tra i due spazi considerati. Egli in tale contesto osserverebbe sia uno spazio ricco di materia che uno spazio assolutamente vuoto; per cui l’unica domanda che potrebbe porsi è la seguente: “Perché l’Universo è formato sia da spazi vuoti di campo che da spazi ricchi di informazione, materia ed energia?”. Ebbene la risposta che potrebbe darsi anche da solo è la seguente: “Perché in una realtà senza confini, infinità, ogni cosa ha sempre la sua controparte”.  In base a tali premesse, alla domanda iniziale (“perché l’Universo al posto del nulla”), io risponderei con un’altra domanda: “Da dove si può trarre la certezza assoluta che vi sia sempre, in una realtà senza confini, dunque infinita, 'qualcosa' invece del nulla?”.

Fausto Intilla - www.oloscience.com

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