sabato 7 marzo 2015

Un universo finito? Sì, ma luminoso!

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Un  universo finito, implica necessariamente l’esistenza, ai suoi confini (ovvero ai suo limiti esterni), di forze e campi di natura “negativa e repulsiva”, rispetto a quelli che definiscono la nostra ordinaria realtà. Un universo finito, infatti, non potrebbe trovarsi isolato da un altro potenziale universo parallelo, costituito da campi della stessa natura di quelli che costituiscono la nostra realtà. Ipotizzando l’esistenza di un universo parallelo al nostro, esso infatti non potrebbe essere inteso da un punto di vista concettuale, come una sorta di immenso “vuoto di campo” (o “vuoto di informazione”) , esterno e “combaciante” con il nostro universo. Un ipotetico “vuoto di campo” (tra l'altro impossibile per le leggi della Relatività Generale), infatti (posto ai limiti esterni del nostro universo, ipotizzandone l’esistenza), non farebbe altro che assorbire/”risucchiare” immediatamente tutta l’energia (in qualsivoglia forma) che si trovi ai limiti cosmici di un simile universo (finito); il che porterebbe quindi ad una sua inevitabile ed ulteriore espansione. Un ipotetico universo finito, dunque, dovrebbe necessariamente essere “contenuto”, all’interno di un altro universo parallelo in cui la natura delle forze e dei campi sia esattamente opposta a quella che conosciamo nella nostra realtà fisica. Se diamo quindi una connotazione “positiva” alla natura della nostra realtà fisica, dovremmo necessariamente dare una connotazione “negativa” alla natura di un ipotetico universo parallelo in cui ci troveremmo “inglobati”. Senza l’esistenza di tali campi di natura opposti a quelli ordinari (appartenenti alla nostra realtà fisica), ovvero di campi che avendo una connotazione negativa, siano di conseguenza anche repulsivi, rispetto a quelli che definiscono la nostra realtà fisica, non è possibile ipotizzare l’esistenza di un universo parallelo, posto ai limiti di un ipotetico universo finito. Come ovviamente, di conseguenza, non è neanche possibile ipotizzare l’esistenza di un universo finito. Ma ora arriva il bello:
Se il nostro universo fosse realmente finito, e un siffatto universo parallelo (di natura negativa/repulsiva) esistesse davvero, allora ai confini dell’universo finito (ai suoi limiti cosmici), dovrebbe esistere anche una sorta di “barriera cosmica” in grado di respingere tutta la materia e l’energia di un universo finito ma in espansione, nonché tutta la radiazione dell’intero spettro elettromagnetico; luce visibile compresa!
Sarebbe dunque come avere uno specchio di dimensioni inimmaginabili, posto ai confini dell’universo (finito), in grado di riflettere (oltre a tutte le altre radiazioni elettromagnetiche) anche la luce visibile di tutte le stelle contenute al suo interno! Se ciò fosse vero, un universo finito, dovrebbe gradualmente divenire sempre più luminoso; per cui un osservatore posto al suo interno (ad esempio sulla Terra), dopo un certo intervallo di tempo (milioni o miliardi di anni, a dipendenza del raggio cosmico dell’universo finito considerato e della sua età; nonché dell’età dell’universo parallelo), non distinguerebbe più il giorno dalla notte, poiché l’intensità della luce sulla Terra (come in qualsiasi altro punto dell’universo) sarebbe sempre la stessa, con o senza la presenza della nostra stella (il Sole)! Si entrerebbe quindi nell’Era del …giorno perpetuo. Tuttavia, ciò potrebbe anche non accadere mai, se nell’universo finito, vi fosse anche un numero sufficientemente elevato, di Buchi Neri. Resta comunque il fatto che, anche qualora vivessimo realmente in un universo finito e ipoteticamente privo di Buchi Neri, la specie umana molto probabilmente non riuscirebbe mai ad osservarne le conseguenze a lungo termine (anzi, a lunghissimo termine); l’attesa infatti sarebbe troppo lunga, per la durata di vita di qualsiasi specie animale.

Fausto Intilla - www.oloscience.com

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