venerdì 10 ottobre 2014

Da Lhc due nuove particelle: Due mesoni precedentemente mai osservati.

(foto: FABRICE COFFRINI/AFP/Getty Images)
Fonte: Wired.it
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Si tratta di due mesoni precedentemente mai osservati, le cui caratteristiche potrebbero aiutare gli scienziati a studiare la cosiddetta “interazione forte” che tiene uniti i quark.
Dopo il Bosone di Higgs, altre due particelle tutte nuove sono in arrivo dal Cern di Ginevra. Studiando una serie di strani picchi energetici già registrati nel 2006 dall’esperimento BaBar della Stenford University, i ricercatori dell’Lhcb sono riusciti infatti ad identificare DS3*(2860)- e DS1*(2860)-, due mesoni precedentemente sconosciuti, che presentano alcune caratteristiche assolutamente uniche, con cui gli scienziati sperano di studiare alcune delle forze più elementari della materia.
I mesoni sono particelle che contengono due quark, le particelle sub atomiche indivisibili che compongono la materia, e che sono tenute insieme dalla cosiddetta interazione forte, una delle quattro interazioni fondamentali postulate dalla fisica (interazione forte, elettromagnetica, debole e gravitazionale). A rendere importante la nuova scoperta è il fatto che a differenza degli altri mesoni conosciuti, lo spin di DS3*(2860)- (misura che concorre a definire lo stato quantico) permetterebbe di conoscere con precisione le proprietà dei quark che lo costituiscono.
In particolare, spiegano i ricercatori dell’Lhcb, questo rende la nuova particella un candidato perfetto per lo studio dell’interazione forte, perché le sue caratteristiche semplificano notevolmente i calcoli coinvolti. Lo studio è stato svolto inoltre utilizzando una tecnica chiamata Dalitz Plot Analisys, che permette analizzare i picchi energetici registrati da un acceleratore di particelle, separando e visualizzando i diversi percorsi che può prendere una particella mentre decade. È la prima volta che questa tecnica viene utilizzata con successo sui di dati raccolto dall’Lhc, e viste le dimensioni dei set di misurazioni raccolti dall’acceleratore del Cern, i ricercatori si aspettano che la dimostrazione dell’efficacia della Dalitz Plot Analysis apra presto la strada a nuove importanti scoperte.

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