sabato 30 marzo 2013

Il casco da un milione di euro: proietta direttamente sulla retina, i dati utili a gestire il volo.

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a cura di Federico Pedrocchi e Alberto Agliotti
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  Una volta serviva a proteggere la testa. Oggi il casco del pilota militare è un sofisticato insieme di sensori, sistemi di elaborazione e di trasmissione che interagisce con chi lo indossa proiettando direttamente sulla retina i dati utili a gestire il volo. Non parliamo di aerei qualunque, ma dei famigerati cacciabombardieri F35 Lightning II, il cui costo sempre crescente è al centro di accesi dibattiti e ha indotto alcuni paesi a sfilarsi dall'acquisto, in ultimo il Canada. I caschi pensati per gli F35 sono in linea con le ambizioni del progetto: hanno un valore stimato tra 500 mila e 1,4 milioni di euro e sono oggetti di alta tecnologia. "Li chiamiamo caschi ma possiamo dire che sono un prolungamento dei sensi e del cervello del pilota" spiega Marco Mezzalama, docente di sistemi di elaborazione al Politecnico di Torino. Grazie a telecamere a infrarossi e altri sensori montati sul velivolo, attraverso il casco il pilota non vede più l'interno dell'abitacolo, ma tutto il campo d'azione intorno, di giorno come di notte. Una sorta di realtà aumentata in cui sono evidenziati bersagli, pericoli e altri oggetti degni di interesse, con tutte le informazioni che li riguardano. Il visore mostra al pilota anche i controlli dell'aereo, filtrati a seconda delle priorità, sostituendo i display del tradizionale cruscotto. "Il volo è guidato in gran parte dagli elaboratori, l'uomo interviene in alcune scelte cruciali o in situazioni di emergenza. Ma anche l'emergenza spesso è gestita dalla macchina, perché i tempi di reazione umani non sempre sono compatibili con la sicurezza".

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