sabato 19 gennaio 2013

Realizzato in Italia, il laser che vede attraverso sangue, nebbia e fumo.

Spermatozoo osservato attraverso il liquido seminale grazie al nuovo laser (fonte: CNR)
Spermatozoo osservato attraverso il liquido
seminale grazie al nuovo laser (fonte: CNR)
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Fonte: ANSA
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Poter vedere attraverso il fumo eventuali persone prigioniere di un incendio o salvaguardare la sicurezza dei vigili del fuoco, o ancora osservare nel sangue le particelle di lipidi che si depositano e che possono diventare un precocissimo test per riconoscere il rischio di colesterolo. E' possibile grazie al laser realizzato in Italia, nell'Istituto Nazionale di Ottica del Consiglio Nazionale delle ricerche (Ino-Cnr) di Napoli, guidati da Pietro Ferraro.
Il laser, descritto in due articoli pubblicati sulle riviste Lab on a Chip e Optics Letters, riesce a 'vedere' attraverso le sostanze dense e opache, come sangue, latte, fumo e nebbia (chiamate colloidi), impenetrabili ai tradizionali microscopi. Il risultato, ottenuto in collaborazione con l'Istituto sperimentale Lazzaro Spallanzani di Roma, è segnalato fra i migliori 30 contributi nell'ottica del 2012 a livello internazionale.
''Un laser di questo tipo permette, ad esempio, di osservare i processi di sedimentazione dei lipidi, e quindi l'accumulo di colesterolo nelle vene o nei capillari'', spiega la ricercatrice Melania Paturzo. ''Permette inoltre - aggiunge - di vedere attraverso il fumo, consentendo così il monitoraggio degli incendi e di provvedere alla sicurezza di persone in pericolo e vigili del fuoco''. Tutto questo sara' possibile, ha aggiunto, soltanto quando l'apparecchiatura sarà compattata e diventerà trasportabile.
Attualmente non è possibile vedere attraverso i colloidi perche' queste sostanze sono torbide, ossia non trasparenti alla luce. Questo impedisce di poter vedere attraverso tali miscele con le tradizionali tecniche ottiche come il microscopio, limitando la possibilità di studiare diversi fenomeni come la microfluidica o la biologia marina.
''Il principio su cui si basa la tecnica è l'effetto Doppler'', aggiunge Pietro Ferraro: ''se la soluzione colloidale fluisce a una certa velocità, la luce diffusa dalle particelle del mezzo subisce uno spostamento della frequenza, per effetto Doppler, proporzionale alla velocità del mezzo stesso. Se quest'ultima velocità è maggiore di un certo valore di soglia, la frequenza varierà al punto da non contribuire piu' al processo d'interferenza e quindi alla formazione dell'immagine dovuta solo alle parti statiche dell'oggetto''.

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