sabato 29 settembre 2012

"Androidi e ginoidi: È iniziata l'era dei robot umanoidi!" (2010); e-book, pp.147, costo 5 euro.

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"Verso una nuova scienza di confine" (2007); e-book, pp.128, costo: 5 €.

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Estratto della Prefazione:

In questi ultimi anni, sono stati fatti degli importanti progressi in merito alla manipolazione di luce e materia, o meglio in merito alla manipolazione relativa alla loro reciproca interazione. A fornire dei ricchi e validi sistemi di analisi in tale campo, sono stati i lasers a risonanza e le loro interazioni con delle dense e fredde nubi atomiche. Tali “campi di luce” (lasers a risonanza), interagiscono fortemente con gli elettroni interni degli atomi, e si accoppiano direttamente con i movimenti esterni degli atomi attraverso delle quantità di moto di “rimbalzo” ,trasmesse nel momento in cui i fotoni vengono assorbiti ed emessi. La propagazione della luce ultra-lenta nei condensati di Bose-Einstein, rappresenta un esempio estremo di manipolazione della “risonanza luminosa” (risonanza della luce), con l’impiego di atomi freddi. Negli esperimenti compiuti ad Harvard dalla Dr.ssa Lene Hau e colleghi (Naomi S.Ginsberg, Sean R.Garner), si è dimostrato che un impulso lento di luce può essere fermato e “immagazzinato” in un condensato di Bose-Einstein (in sigla: BEC), per poi venire nuovamente “ravvivato” da un altro condensato completamente differente, posto a 160 micrometri di distanza.L’informazione viene trasferita attraverso la conversione dell’impulso ottico, in un’ ”onda viaggiante di materia”. I risultati ai quali sono giunti la Hau e colleghi,forniscono quindi una stupenda dimostrazione, sull’interazione che sussiste tra informazione ottica coerente, e i processi dinamici definiti dalle “onde di materia”.
In queste poche righe,ho descritto soltanto i tratti essenziali inerenti alle ricerche di uno solo, dei personaggi che verranno menzionati in questo piccolo volume, nel quale mi propongo di spiegare, spero con parole non troppo ostiche ai non “addetti ai lavori”,le più recenti teorie (supportate in alcuni casi da esperimenti che ne dimostrano la loro fondatezza) ,che in ambito scientifico, stanno realmente rivoluzionando il nostro modo di intendere la realtà.

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Tra le pagine del presente volume, ho riportato anche la descrizione e i primi risultati sperimentali del Synchro Energy Project ; un progetto nato circa due anni fa (su mia iniziativa) che si proponeva di unificare in un’unica teoria, i concetti di Sincronicità (Junghiana), Non Località e collasso della funzione d’onda. Gli esperimenti sono stati eseguiti in un piccolo laboratorio di ricerche in Svizzera (nei pressi dell'Università di Losanna),con la collaborazione di: Patrick Reiner (fisico teorico,PhD), Jean-Michel Bonnet (ingegnere elettronico,PhD) e Christine Duval (neuropsicologa e fisiologa). In questo volume vengono quindi esposte e spiegate per la prima volta, le basi teoriche e sperimentali a sostegno del "Principio di compensazione quantistica dei nuclei inconsci". Non mancheranno quindi al lettore attento, degli ottimi spunti di riflessione, in relazione ad un ambito ancora quasi del tutto inesplorato della ricerca sull’interazione tra psiche e materia.

"La Funzione d'onda della Realtà" (2006); e-book, pp.208, costo: 5 €.

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Questo volume, da considerarsi come una semplice digressione,in rapporto ad alcuni argomenti trattati nel mio precedente libro (Dio=mc2),vuol essere essenzialmente un tributo,un omaggio,a dei grandi personaggi del mondo della scienza , le cui idee, rivestono una notevole importanza nella comprensione di ciò che l’uomo chiama comunemente: “Realtà”. Tali personaggi, vengono qui presentati, in una raccolta di brevi articoli (esposti fedelmente in questo libro), scritti dai più noti esponenti del panorama scientifico italiano.

"Dio=mc^2. Oltre l'Universo Olografico" (2006); e-book, pp.272, costo: 5 €.

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Estratto della Prefazione,a cura del Prof. Massimiliano Chitvic (fisico):

"Questo è un libro sull’Essere.Su come l’Essere appaia ai nostri occhi, spezzettato in tanti frammenti.Sulla fatica che molti di questi piccoli frammenti, che chiamiamo Uomo,fanno per cercare di ricomporre l’Unità. E anche dell’inutilità di questi sforzi.Giacchè la frammentazione è solo apparente,una sorta di velo di Maya. L’Essere,l’Unità,pervade l’intero Universo; forse dire Universo equivale a dire Essere. L’Essere si presenta ai nostri occhi come energia (vale la pena di ricordare l’equivalenza massa-energia,secondo la quale la materia altro non è che energia in una forma particolare.E=mc^2),e come tale è in ogni luogo. Ogni cosa si forma per mezzo dell’energia (Logos?) e all’energia ritorna ed è energia.L’energia è la fonte,la sorgente,di ogni informazione,codificata secondo opportune leggi che piano piano stiamo scoprendo.Basti pensare a tutte le informazioni che ricaviamo sulla struttura dell’Universo visibile per il tramite dei raggi di luce; o anche misurando, ove questo sia possibile,la materia. Abbiamo così realizzato la formula tanto cara ai nostri catechismi: Dio (l’Energia) è in ogni luogo,è onnipotente, è onnisciente.Il titolo del libro è dunque appropriato. In quanto materia,ovvero energia sotto altre spoglie,anche noi uomini (e non solo noi,ma anche tutti gli esseri viventi e le cose che ci circondano) facciamo parte dell’Essere,o,forse,siamo l’Essere e lo abbiamo dimenticato. A queste conclusioni erano già giunti nell’antichità gli gnostici,non importa di quale setta.Il tratto comune delle loro dottrine era la persistenza in ogni essere umano di una scintilla di energia divina che tenta ripetutamente di ricongiungersi con la sorgente primigenia.Questa scintilla divina non è che un nome dato da antichi uomini all’energia".
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Considerazioni dell'autore:
Vi è una piccola nota,non presente nella prefazione del libro, che vorrei esporre qui, riguardo ai miei espliciti riferimenti (riportati nel libro e presenti persino in alcune equazioni lineari che ho usato per facilitare ai lettori la comprensione di alcuni concetti socio-economici), alle “razze umane”. Immaginando già a priori, il potenziale vespaio di critiche negative e polemiche che susciterà un tale approccio (tacciabile se non compreso nei minimi dettagli, di xenofobia), nella spiegazione dei vari aspetti e tipologie del genere umano, mi permetto di specificare quindi in questo breve commento (onde evitare tale vespaio ingiustificato) quanto segue: Con razza umana, io non intendo mai in alcun caso definire una determinata differenziazione di carattere puramente fisico o biologico tra i diversi popoli del pianeta; bensì unicamente una sorta di distinzione tra i diversi popoli, causata (indiscutibilmente) da tutto ciò che l’ambiente ad essi circostante (attraverso usi e costumi e l’indottrinamento di una cultura antica e moderna, propri di ogni popolo), opera nei loro confronti in modo del tutto naturale ed impercettibile. Per concludere,vorrei ricordare le parole del famoso Herbert Simon : "Un uomo, considerato come sistema soggetto di comportamento, è piuttosto semplice. L'apparente complessità del suo comportamento nel tempo è in larga misura un riflesso della complessità dell'ambiente in cui si trova".

"L'esperimento di Afshar" (2012); e-book, pp.123, costo: 5 €.

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Quello del fisico iraniano-americano Shahriar Sadigh Afshar, è un esperimento che negli ultimi dieci anni (il primo esperimento di Afshar, risale infatti al 2001), ha suscitato infinite critiche e dibattiti vari nella comunità dei fisici, poiché sembrerebbe inficiare le basi stesse del principio di complementarità di Niels Bohr. Con questo breve saggio sull’esperimento di Afshar, Intilla ha cercato semplicemente di raccogliere una serie di critiche nei confronti dell’esperimento in questione, elaborate (spesso con grande rigore matematico) da diversi fisici (alcuni famosi, altri un po’ meno), con l’unico scopo di dare al lettore interessato all’argomento in questione, un quadro un po’ più nitido e completo di come attualmente fisici e filosofi, tendano a volgere il loro sguardo verso l’intramontabile principio di complementarità.
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"Hi Fausto,
I was able to read a little of what you wrote on my papers, by translating it on line. Thank you for your interest in my work. I would note that Flores' attempt to rebut my points does not work. He tries to use recoil momentum as a which-way measurement, but he doesn't take into account that the photon can be in a superposition of momentum states, just as it can be in a superposition of 'which slit' states. Best regards,
Ruth Elinor Kastner " (28.11.2012)

Estratto della Prefazione (a cura del Prof. Luigi M.Caligiuri):

"(...) È forse superfluo sottolineare che l’esperimento in questione, condotto per la prima volta nel 2001 dal fisico iraniano-americano Shahriar Afshar presso l’IRIMS di Boston, suscitò fin da subito reazioni contrastanti, dividendo la comunità scientifica in detrattori e sostenitori dell’interpretazione dei risultati sperimentali dell’esperimento; i quali, con motivazioni più o meno valide (egregiamente sintetizzate nel saggio di Intilla), intendevano fornire rispettivamente elementi critici o a supporto dei risultati di Afshar. Per la verità i detrattori, in molti casi spinti più dal timore della messa in discussione del proprio status quo accademico che da un autentico spirito di ricerca di comprensione e verità, bollarono sostanzialmente l’esperimento come un “flop”, dichiarandone false le conclusioni, mentre numerosi emeriti scienziati, aperti al confronto e alla messa in discussione di un’ortodossia palesemente problematica e necessitante di ulteriore comprensione ed approfondimento, trovarono molto interessante quanto sostenuto dal fisico iraniano, utilizzando i suoi risultati come spunto per lo svolgimento di ulteriori ricerche.

Del resto, segni importanti dell’insufficienza dell’interpretazione di Copenaghen si erano già manifestati con largo anticipo molti anni prima dell’esperimento di Afshar, costituendo i presupposti delle interpretazioni alternative a quella di Bohr. Interpretazioni principalmente riassunte nella cosiddetta (…tra l’altro interessantissima) “Teoria a Molti Mondi” (MWI) della meccanica quantistica (che nega il collasso della funzione d’onda, inglobando la funzione d’onda dell’osservatore in un’unica funzione d’onda che comprende osservato ed osservatore). Oppure, per citarne solo un’altra tra le più famose, nell’altrettanto affascinante “Interpretazione Transazionale della Meccanica Quantistica” (TIQM), espressa in termini di sovrapposizione di onde di probabilità ritardate (provenienti dal passato) ed anticipate (provenienti dal futuro!). Interpretazioni entrambe foriere di profonde implicazioni, non solo in riferimento alla ricerca della tanto agognata “Teoria del Tutto”, ma anche, ad esempio, ad uno dei misteri più intriganti ed affascinanti di tutti i tempi: quello rappresentato dall’eventuale (…nonché reale) possibilità di “viaggiare” nel tempo!

Senza rivelare qui ulteriori dettagli sul tema del saggio che segue, evitando così di privare il lettore del piacere di acquisirli dalla lettura dell’ottimo saggio di Intilla (che, con costante rigore scientifico ma con linguaggio al contempo accessibile, ne spiega i presupposti, i metodi ed i risultati), mi limiterò ad osservare che (a prescindere dal verdetto finale sul risultato dell’esperimento, a tutt’oggi ancora dubbio), grande merito del volume è indubbiamente da rintracciarsi nella riproposizione urgente e forte (attraverso un argomento originale, interessante e forse a molti poco noto), del tema dell’insufficienza dell’interpretazione ortodossa della meccanica quantistica e della necessità dunque di rivederne profondamente i presupposti (possibilmente alla luce di teorie più ampie, all’interno delle quali potranno essere chiariti definitivamente i punti oscuri che oggi la caratterizzano). Un saggio dunque altamente stimolante ed interessante che ripropone all’attenzione della comunità scientifica, ma anche del comune lettore curioso e smaliziato, una riflessione profonda e necessaria sui fondamenti della fisica contemporanea". Luigi Maxmilian Caligiuri (14.03.2013) - Prefazione integrale

"Fisica dell'Informazione" (2012); e-book, pp.152, costo: 5 €.

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In questo breve saggio, Intilla ci conduce attraverso uno dei più recenti e controversi paradigmi in campo scientifico: quello dell’Universo Digitale; dove ogni elemento della realtà a noi circostante (compreso noi stessi), nella sua “matrice ultima”, risulta essere costituito da pura Informazione. Il libro contiene inoltre, la versione aggiornata di un articolo in cui l’autore si propone di dare una spiegazione a carattere puramente scientifico ai concetti di anima e “reincarnazione”, attraverso la teoria termodinamica dell’Informazione. Tale articolo, intitolato “Dalla teoria dell’Informazione al concetto di Anima”, ha riscontrato una notevole popolarità sul web, rimanendo a tutt’oggi, uno degli approcci più complessi e significativi all’eterna questione della “vita dopo la morte”.
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Intervista all'autore (by Aracne Editrice)
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Recensioni:

"Carissimo Fausto, hai fatto una bella rassegna sulla fisica dell'informazione, molto ben documentata e scritta in egual misura con densità e fluidità. Ci sono solo due appunti che posso fare. Il primo, e più importante, è che gran parte, se non la totalità del libro, prende in considerazione i qbit, mentre da qualche anno è sempre più forte la percezione che lo schema di Turing è un po’ come una gabbia per l'informazione. Si cerca un approccio diverso ( lo faccio io, ma lo fanno anche Rasetti, Vitiello ed altri, a volte assieme ed altre no) all'informazione quantistica. Il mio, ad esempio, sviluppato con D. Fiscaletti , è un approccio geometrico, basato sulla possibilità di trasformare i vincoli formali di un problema in vincoli fisici costruiti ad hoc. In questo caso "computare" significa semplicemente far evolvere il sistema dinamicamente in cerca del suo ground state. E' quello che ha fatto Tien Kieu con il decimo problema di Hilbert e la computazione quantistica adiabatica. Si hanno in questo caso possibilità ipercomputazionali e risposte probabilistiche. Sulla base dell'esperimento ideale di Tien Kieu, io ho proposto di costruire una geometria (in genere è quella di Weyl) per misurare informazione (di Fisher) che ci dica quanto il potenziale quantico si è "deformato" in quella specifica situazione sistemica. Quella è la misura geometrica dell'informazione. Naturalmente si può raccordare ai qbit pensando che la superficie è fatta di densità di qbit, ma non è necessario. In questo caso la novità sta proprio nella possibilità di avere risposte "globali" del sistema, anche se di tipo probabilistico, e per di più ipercomputazionali, che sfruttano al massimo le risorse quantistiche peculiari senza distruggerle, come entanglement, sovrapposizione e dissipazione quantistica. In particolare quest'ultima caratteristica (la dissipazione) ci conduce verso una formalizzazione ancora più potente, basata non sulla semplice Meccanica Quantistica, ma sulla Teoria Quantistica dei Campi (QFT)! A tutti gli effetti, la teoria di Vitiello del Quantum Brain descrive come la dissipazione di un sistema lasci la "traccia" di questo nell'ambiente in un accoppiamento strutturale irreversibile. Sarebbe stato interessante prendere in considerazione anche questi approcci. C'è anche la faccenda della scala di Planck (credo che la visione di Paola Zizzi sia da prendere come un affascinante “toy model” ), ciò che conta è che comunque l'informazione quantistica non è fatta per essere conteggiata a la Turing nel meso e macroscopico, immaginiamoci a quella scala, dove una visione ancora troppo "locale" (a cellette) ci impedisce forse di comprendere la gravità quantistica. Credo insomma che a quel livello dobbiamo rimettere in discussione i tradizionali concetti e rapporti tra continuo e discreto. E veniamo all'anima, non mi tiro indietro, ben venga la speculazione, e detto tra noi negli intervalli dei convegni di fisica non ci si limita certo su ellissi intellettuali e congetture "folli" . Come sai, io discuto sempre con piacere con Frank Tipler, di cui tu riprendi la teoria informazione/anima, ma la trovo forzata e non necessaria dal punto di vista scientifico. Cosa ci assicura che l'informazione accumulata dal sistema sopravviva alla fine dell'organismo che la ospita? Forse sono troppo aristotelico per prendere in considerazione questo dualismo, in ogni caso, a tutt'oggi non c'è nulla che ci permetta di sostenere una congettura su questo tipo di "conservazione informazionale". In ogni caso, bisognerebbe riformularla almeno in termini di QFT dissipativa, in modo da legare cognizione e fisica. Ma a questo punto forse i teologi resterebbero perplessi, perché per loro l'anima non è semplicemente l'informazione strutturata dai processi cognitivi ed emotivi individuali ! Quello che trovo davvero debole è il caso di Cameron, perché si esce dal tono teorico mantenuto e si propone un singolo caso che andrebbe indagato e documentato diversamente, resterebbe comunque la possibilità che la spiegazione stia altrove e non può comunque da solo sostenere una visione teorica. Capisco che in un libro di alta comunicazione c'è sempre il bisogno di un momento narrativo, però personalmente lo trovo un po’ dissonante con il resto. Queste sono soltanto piccole e povere osservazioni che nulla tolgono al tuo utilissimo e bel libro. Colgo l'occasione per ringraziarti della bella lettura e per fare gli Auguri di Buone Feste a te e ai tuoi cari!" Ignazio Licata. (20.12.2012)
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“Caro Fausto, grazie per avermi dato l’opportunità di leggere e recensire il tuo libro (per il momento ancora inedito, ma suppongo che sia già in fase di pubblicazione). Il capitolo che ho letto con più interesse, è indubbiamente quello intitolato “Dalla teoria dell’Informazione al concetto di Anima”; che a mio avviso rappresenta il nocciolo, l’idea centrale e fondamentale di partenza, grazie alla quale è possibile mettere in correlazione tra loro, tutte le altre argomentazioni contenute nel libro. Ma veniamo al dunque. Come ormai è ben saputo, dopo Einstein tutto è energia. Ci vuole energia per cancellare un bit di informazione, pertanto esiste una stretta correlazione tra informazione ed energia. L'informazione si conserva sempre, come l’energia del resto (“nulla si crea e nulla si distrugge, tutto si trasforma”, informazione compresa). Sono d’accordo con te sul fatto che tutto è Informazione, in questo Universo; pertanto nel campo di informazione dinamica, potrebbe essere contenuta l'anima: principio trascendente dell'essere. Ma noi conosciamo solo l'informazione codificata; cosa sia l'informazione pura non è ancora chiaro a nessuno. In un mio articolo ho cercato di definire l'informazione come una correlazione tra stati fisici possibili. Occorre un osservatore per dare significato all'informazione. Una melodia è un’invariante per le diverse possibili codifiche, pertanto l'anima potrebbe essere un’invariante per le sue diverse manifestazioni fisiche; in particolare esisterebbe un mondo psichico fatto di ricordi, in cui l'anima potrebbe esistere.

Supponiamo di avere due osservatori con le rispettive rappresentazioni mentali e un canale di comunicazione (scambio di informazioni). L’informazione codificata e inviata lungo il canale di comunicazione viene interpretata dall’osservatore che la riconosce sulla base del contenuto della propria rappresentazione mentale. Il messaggio (evento) viene associato all’informazione più simile presente nella mente. Se il messaggio consiste in una melodia occorre che tale melodia sia presente anche nella rappresentazione dell’ascoltatore per poter essere riconosciuta. Una melodia si forma nella mente dopo averne fatto esperienza diretta. Una melodia viene astratta dai dati sensibili dopo di che diviene un oggetto di pura informazione. Il momento contingente del divenire (onfene), viene informato dall’anima (principio trascendente dell’essere). Lo spirito di un uomo è innato e si forma quando lo spermatozoo feconda l’ovulo materno. Il crossing-over (miscuglio) di geni fornisce la matrice dell’anima che nascerà: un essere unico ed irripetibile. Dal momento della nascita inizia la formazione del carattere: una interazione continua tra l’individuo e il suo ambiente. La vita può essere intesa come informazione che si conserva nonostante l’ambiente cerchi di distruggerla.

Mi rendo conto che una tale rappresentazione della realtà, definita da questo nuovo paradigma della fisica moderna (dove tutto può essere inteso fondamentalmente come pura informazione, nei suoi vari stati ed aspetti comuni e meno comuni), non sia per nulla facile da accettare, sia per i profani che per gli “addetti ai lavori”; ma di sicuro il tuo libro, grazie alla semplicità e alla trasparenza che caratterizza il tuo stile, con cui riesci a scrivere in forma divulgativa anche i principi e le teorie più complesse della fisica (e non solo), potrà rappresentare un ottimo punto di partenza per tutti coloro che vorranno approfondire questo nuovo paradigma, accennato da Wheeler e colleghi parecchi decenni orsono, poi decaduto, ed infine tornato in auge solo in quest’ultimo decennio”. Oscar Bettelli (22.07.2012)

mercoledì 26 settembre 2012

Fausto Intilla: Pensieri ...le mie riflessioni sul mondo e sulla vita.

Fausto Intilla
 
"L'abitudine alle cose troppo belle della natura, rende l'uomo insensibile alle emozioni che esse dovrebbero suscitare in chiunque abbia la fortuna di assistere alla loro danza senza tempo. Poi a volte, quando è l'uomo stesso ad annullare il tempo, quello interiore, ecco che allora tali emozioni riemergono prorompenti in tutta la loro essenza; come se giungessero da un lontano passato, risalente a milioni di anni fa, quasi a voler testimoniare l'eternità dei ricordi di cui noi tutti disponiamo ...e che raramente riesploriamo." Fausto Intilla
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"Le conseguenze di una scelta personale, sono sempre di natura probabilistica. La grande abilità consiste nell’intuire quante sono le probabilità che tali scelte personali diano l’esito sperato o desiderato, in un insieme infinito di eventi probabili ed improbabili (rimanendo sempre consapevoli del fatto che un solo esito positivo, non è mai indice di una concatenazione lunga e costante, di esiti positivi)". Fausto Intilla
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“Le persone spesso si cimentano nel cercare di capire il senso della vita, senza tuttavia precisare a quale accezione intendano riferire la parola senso. Nella maggior parte dei casi comunque, ovvero per molte persone, tale parola è sinonimo di utilità. Solo poche persone però, si chiedono quale possa essere l’ ‘utilità’ dell’Universo; scoprendo in tal modo che esso può benissimo fare a meno della Terra e di tutti i suoi abitanti, per poter ‘funzionare’ (togliete un atomo dagli ingranaggi di un orologio meccanico, ed esso continuerà ugualmente a funzionare). Il senso della vita, non va dunque ricercato nella sua ‘utilità’, come neppure in qualsiasi altra accezione; esso va semplicemente ignorato, nella consapevolezza che tra l’essere e il non essere, esiste una linea sottile, a cui il pensiero umano è proibito accedere”. Fausto Intilla
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"Vivere nell'attuale società moderna, è come essere ammanettati ad un tapis roulant perennemente in funzione; se non vuoi soccombere, devi trovare il modo di poggiare i piedi sui bordi, dove il nastro non scorre". Fausto Intilla
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"Si può dare amore senza riceverne in cambio, solo quando colui/lei che riceve non nutre odio verso colui/lei che dà; in tal caso, l'amore dato cozza contro un muro, quello dell'odio, e rimbalza tornando indietro verso colui che ha voluto dare amore ...procurandogli un forte dolore al cuore. Dare amore alle persone "neutre" (ossia a chi non ci ama, ma neppure ci odia) è facile, il difficile è darlo a coloro che ci odiano. Chi riesce a farlo senza risentirne negativamente, molto probabilmente merita di essere considerato un Santo". Fausto Intilla
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"Quando si è ancora bambini si impara presto a non avvicinarsi troppo al fuoco, quello costituito da fiamme visibili; poi, quando si è un po’ più grandi, si impara a non poggiare mai le mani sulle piastre di una cucina (quest’ultima potrebbe essere accesa). La stessa cosa avviene nei rapporti umani; diventando adulti, diffidiamo sempre di più del carattere e della natura di determinate persone, per la paura di scottarci. Chi è troppo prudente finisce per rimanere isolato, proclamando al mondo intero (nella sua infelicità …fiero ed orgoglioso di sé) di essersi scottato una sola volta nella vita, o addirittura di non essersi mai scottato. Credo che quasi tutti i momenti di grande gioia e felicità nella vita, abbiano un prezzo. Il punto sta nel decidere quanto si è disposti a rischiare, per ottenere tali momenti (la forza nel sostenere tali rischi, non risiede nella disponibilità di ricchezza materiale …bensì nella capacità di reagire positivamente, anche agli eventuali risvolti psicologici più oscuri e negativi, che tali rischi implicano)". Fausto Intilla
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"Qualche secolo fa, Newton affermò che qualora un medico gli avesse dato solo altri sei mesi di vita, egli si sarebbe preoccupato di scrivere più in fretta. Evidentemente era del tutto consapevole del valore delle sue teorie. Se avesse relazionato la sua vita a dei periodi di tempo geologici, piuttosto che a quelli relativi alla presenza sulla Terra della civiltà umana (come generalmente fanno anche i geni, non soltanto la gente comune), con molta probabilità (se non avesse avuto legami sentimentali di alcun tipo) si sarebbe preoccupato di spendere tutti i suoi averi in tutto ciò che la vita può offrire, in termini di piacere fisico e psicologico (anche la beneficienza verso i più poveri, ad alcune persone, può dare piacere e soddisfazione psicologica. D'Annunzio fu addirittura in grado di conciliare entrambe le cose, la scrittura e i piaceri della vita; ma mai nessun medico gli aveva prognosticato una malattia con esito letale, dandogli qualche mese di vita). Évariste Galois morì in duello quando aveva poco più di vent'anni, ma i preziosi contributi che molto probabilmente avrebbe continuato ad apportare nel campo della matematica, non mancarono di rivelarsi al mondo attraverso altre menti geniali. Ciò che deve essere scoperto dall'uomo, presto o tardi viene sempre scoperto (per certe cose non bisogna mai avere troppa fretta). La vita di una specie animale in genere (come sostengono i biologi evoluzionisti) dura diversi milioni di anni (quando ha la fortuna di avere il predominio sulle altre specie animali); e i secoli quindi ...lasciano il tempo che trovano". Fausto Intilla
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“Si dice che in un paese a regime comunista (dove viene quindi applicata un’economia pianificata), l’invidia tra la gente nei confronti del prossimo, non avrebbe modo di esistere. Non è vero, essa verrebbe solo notevolmente attenuata. A parità di guadagni, infatti, vi sarà sempre qualcuno più fortunato in amore, qualcuno con un lavoro più agiato, qualcuno più in salute di molti altri …non serve disporre di grandi ricchezze per suscitare invidia nel prossimo; a volte basta il potere di gestire e coordinare il lavoro di un piccolo gruppo di persone, senza l’ombra del benché minimo riscontro in denaro o in altri beni materiali, a far emergere lo spettro dell’invidia in talune persone. L’invidia tra gli esseri umani non è emersa con la nascita e lo sviluppo del capitalismo; essa è addirittura antecedente al periodo neolitico, poiché anche l’uomo delle caverne, nella sua nullatenenza (materiale), poteva avere qualche privilegio in più, rispetto ai suoi simili”. Fausto Intilla
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“Una sola ideologia porta all’annientamento della democrazia. Uno scontro tra ideologie è sempre sinonimo di democrazia. Non condividere le idee altrui ma rispettarle ugualmente, porta ad una forma pacifica di democrazia, ad una fraterna accettazione tra le varie comunità di un popolo. Il punto è che non basta rispettare le idee altrui, rimanendo fermamente ancorati alle proprie; ciò è sinonimo di tolleranza e dunque di tensioni (con le loro relative conseguenze, a lungo termine). Occorre quindi per prima cosa capire, che non vi sono idee o ideologie perfette, inconfutabili, assolute; se qualcuno ci ha imposto, sin da piccoli, di credere ciecamente in taluna o in talaltra idea/ideologia, ciò non significa che in età adulta, dobbiamo continuare a farlo. Il fatto di poter scegliere quale ideologia seguire, è sinonimo di democrazia. Il fatto invece di capire che nessuna ideologia è migliore di un’altra, è sinonimo di saggezza ed esperienza umana maturata nel corso dei secoli, attraverso migliaia di guerre cruente e senza senso. È dunque dal dubbio ideologico, che può nascere una vera fratellanza tra i popoli. Dall’ammettere a noi stessi, che in realtà siamo del tutto ignoranti, sulle reali potenzialità positive o negative, di qualsivoglia ideologia sociale o politica”. Fausto Intilla
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"Arriverà un giorno in cui vi saranno solo robot ed androidi a compiere i lavori in cui è richiesta principalmente la forza fisica, senza necessariamente avere un elevato bagaglio di conoscenze tecniche o scientifiche inerenti al ramo in cui si opera. Sarà il giorno in cui le case verranno costruite con gigantesche stampanti 3D, gli artigiani e gli operai d’industria verranno sostituiti con gli androidi e le domestiche con i ginoidi. Sarà inoltre il giorno in cui alle gestanti verrà data l’opportunità di incrementare l’intelligenza dei propri figli, prima o dopo la loro nascita. Quel giorno, tutti i lavori concessi all’uomo, richiederanno un’alta specializzazione conseguibile solo attraverso studi universitari (accessibili anche alle persone meno abbienti, o forse addirittura gratuiti). Le specializzazioni più richieste saranno quelle in ingegneria robotica, informatica ed elettronica. L’attuale fase di transizione, tra un livello medio-basso di “robotizzazione sociale” ed uno alto (con gli androidi che svolgeranno lavori oggi eseguiti dagli esseri umani), comporta una costante crescita della disoccupazione nell’ambito dei mestieri in cui non è richiesto un elevato grado di specializzazione; un problema che verrà gradualmente risolto, nel corso dei decenni, con il passaggio ad un alto livello di “robotizzazione sociale”. Le persone che non saranno in grado di seguire un determinato percorso di specializzazione di alto livello (oppure che semplicemente non vorranno farlo), verranno emarginate, ghettizzate; ma non abbandonate a se stesse, come già accade oggigiorno, nelle grandi metropoli. I ridotti costi di “produzione di massa” (dai generi alimentari sino al campo dell’edilizia), grazie ad un alto livello di “robotizzazione sociale”, permetteranno di contribuire alla sopravvivenza dignitosa di tale parte della popolazione, priva di specializzazione di alto livello (risolvendo così per buona parte il problema della criminalità). Ma vi sarà un prezzo che tale parte dell’umanità dovrà pagare, e sarà appunto quello dell’isolamento e dell’emarginazione". Fausto Intilla
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“Una persona stupida potrà educare i suoi figli solo attraverso un comportamento autoritario; ed è un fatto che occorre accettare senza potervi porre rimedio, purtroppo. Da compatire dunque, sono quelle persone intelligenti che confondono un comportamento autoritario con uno autorevole, privilegiando quasi sempre quello autoritario. Molto probabilmente tali persone hanno un limite di sopportazione piuttosto basso, altrimenti non mancherebbero mai di comportarsi adeguatamente, anche nelle situazioni più difficili”. Fausto Intilla
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“Sarebbe alquanto difficile per un arrivista, passare sopra chiunque pur di fare la classica scalata al successo e al potere, se egli provasse almeno un poco di appagamento interiore nel fare del bene al prossimo. Alcuni ritengono che gli arrivisti siano persone senza coscienza; in realtà la loro coscienza è sintonizzata sullo stesso tipo di appagamento interiore delle persone più sensibili alle sofferenze altrui, con l’unica differenza che i primi (gli arrivisti) traggono piacere principalmente attraverso l’olfatto, il tatto, il gusto, la vista e l’udito; mentre i secondi, traggono piacere quasi esclusivamente attraverso gli stimoli del cuore”. Fausto Intilla
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"Le persone tanto ingenue da credere in ciò che in ambito sentimentale viene considerata come una vera e propria “anima gemella” (ovvero una persona semplicemente più o meno compatibile caratterialmente con il rispettivo partner e con il quale l’attrazione fisica risulta essere più o meno reciproca), solitamente cercano di rimarcare l’unicità del rapporto di coppia come se questo fosse il risultato di un evento o di una serie di eventi miracolosi voluti dal destino. Se così fosse, l’estrema rarità di un simile evento, collocherebbe inevitabilmente il “fatale incontro” in ambienti e circostanze del tutto eccezionali e forse neppure esperibili nel corso di una sola vita. Ciò che accade invece, nella vita di milioni di persone convinte di aver trovato la famosa “anima gemella”, ha solo a che vedere con quanto di più banale e probabile può verificarsi tra un uomo e una donna (idem per gli omosessuali, dunque tra due persone dello stesso sesso), in qualsiasi ambiente di lavoro (a volte è solo questione di mesi; a volte di pochi giorni). Poi ci sono quelle persone che sostengono di aver trovato la propria “anima gemella” tramite agenzia matrimoniale, chat-line o addirittura in una discoteca alle quattro del mattino …magari dopo un paio di Vodka-tonic. L’ingenuità di un essere umano adulto a volte può davvero rasentare il ridicolo; ma è proprio grazie ad essa che riusciamo a trasformare le nostre illusioni in eventi soggettivamente unici ed estremamente rari (anche quando oggettivamente, di unico hanno ben poco) ed infine quindi, a dar forma a dei legami sentimentali estremamente utili al proseguimento della nostra specie. Il bello di tutto ciò è che ognuno è libero di scegliere se credere o meno nei miracoli. Anche le persone meno ingenue di questo mondo, hanno il diritto di vivere le proprie illusioni; e quando sono piacevoli, l’oggettività muore sul nascere …per non essere d’intralcio alla felicità”. Fausto Intilla
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“Si dice che in genere, per qualche strana legge della natura, siano sempre quelle persone che non meritano amore, a riceverne di più. Allo stesso tempo però, si dice anche che in amore non occorra dare per ricevere. Ma in base a quali criteri di giudizio, possiamo stabilire se una persona meriti o meno di essere amata? Forse in base a quelli relativi alla logica del dare per ricevere? Bè, in tal caso incapperemmo in una spiacevole incoerenza logica, visto che in amore non occorre dare per ricevere. Dunque, a rigor di logica, non esistono persone meritevoli o meno di essere amate, ma solo persone che in amore, possono ritenersi più fortunate o meno fortunate di molte altre. Oltre all'inadeguatezza della logica del dare per ricevere, per quanto malvagio possa essere un individuo, sfortunatamente la natura non dispone di accurate e coerenti leggi sull’amore, in grado di bilanciare ogni cosa, dando e togliendo in funzione del bene o del male che una persona riceve o fa ad un'altra; in tal senso essa è cieca quanto colei che ‘volve sua spera e beata si gode’, incurante di quanto agli occhi di molti, appare del tutto assurdo e senza senso”. Fausto Intilla
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Nonostante il sapere umano abbia ormai raggiunto una dimensione straordinariamente grande, è sufficiente conoscerne una percentuale infinitamente piccola, per essere considerati dei ‘geni’. La persona comune, si dice in genere che conosca solo una misera percentuale del vasto sapere posseduto da una persona estremamente colta ed intelligente. Ma la matematica applicata agli infiniti parla chiaro: nel calcolo infinitesimale valori e variazioni assai piccole, sono trascurabili, rispetto all’infinitamente grande (o all’infinitamente piccolo). Attraverso la matematica dunque, applicata all’immensità del sapere umano, non è possibile fare delle distinzioni tra ‘geni’ e comuni mortali; per lei siamo tutti sulla stessa barca, quella degli ignoranti”. F.I.
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"Se è vero che 'il libro della Natura è scritto in linguaggio matematico', l'uomo non ha fatto nient'altro che scoprire, attraverso il susseguirsi dei secoli (e dei millenni), modi sempre più evoluti e variegati di utilizzare la matematica, per cercare di dare un aspetto via via più 'convincente' alla realtà fisica in cui vive. La matematica è una dimensione insita nel DNA umano, che si è evoluta parallelamente all'evoluzione dell'uomo; le scienze (filosofia inclusa, poiché richiede una certa logica), sono dunque una conseguenza di tale dimensione presente in ogni luogo dell'Universo. Una dimensione di cui tutti gli esseri viventi più evoluti possono beneficiare (siano essi appartenenti al pianeta Terra, oppure no)". F.I.
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“Migliaia di anni fa l’uomo incideva il suo sapere sulla pietra. Poi iniziò ad inciderlo sui papiri e nel Medioevo principalmente sulle pergamene; in questi ultimi secoli di storia invece, si passò all’utilizzo della carta. Oggi tutto il sapere umano, pilastro portante della cultura, della scienza e della tecnologia moderna, estremamente più ricco, complesso ed esteso rispetto a migliaia di anni fa, viene inciso nel nulla”. F.I. [riflessioni sul sapere umano nell'era di Internet]
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“La nostra vita ha una durata infinitamente breve rispetto all’eternità del tempo; il nostro corpo ha un’estensione nello spazio infinitamente piccola rispetto alla vastità dell’Universo. Com'è possibile che tutto ciò non abbia alcuna influenza sul nostro ego? Se ne avesse, esso verrebbe ridimensionato in un istante; e in un istante, dalla faccia della Terra scomparirebbero guerre, fame e disperazione, per milioni e milioni di persone”. F.I.
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"A mio parere, altruismo, bontà d'animo e rispetto del prossimo, sono qualità umane inversamente proporzionali all'estensione del nostro ego (a prescindere da qualsiasi credo religioso a cui apparteniamo; infatti anche agli atei è concesso il dono del buon senso, attraverso il quale possiamo incamminarci verso orizzonti più lontani, di impronta spirituale)". F.I.
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"Non capisco come si possa avere una certa nostalgia per gli anni di gioventù, senza provare una certa frustrazione per l'ingenuità e l'inesperienza in ogni ambito della vita in cui eravamo coinvolti. Evidentemente chi ne ha, di nostalgia, non ha motivo di averne; visto che non ha mai avuto modo di diventare adulto". F.I.
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“La questione fondamentale non è: ‘Riusciremmo ugualmente a vivere senza qualcuno che ci ami?’; bensì: ‘Siamo in grado di amare noi stessi , abbastanza da riuscire a sopperire alla mancanza di qualcuno che ci ami?’. Un punto di forza dunque, a volte nascosto tra i limiti di quella debolezza tipica degli esseri umani, naturale, chimica, biologica (…a volte patologica), ma che è meglio non perdere mai, altrimenti saremmo solo dei mostri”. F.I.
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"L'importanza dell'intero operato umano va sempre rapportata a determinati intervalli di tempo (siano essi secoli oppure millenni); ciò è fondamentale per poter parlare di importanza o valore delle idee, nella storia dell'uomo. Ma nel momento in cui confrontiamo ogni scoperta scientifica, ogni cambiamento sociale o culturale, oppure ogni naturale (poiché frutto dell'evoluzione) cambiamento di paradigma rispetto a tutto ciò che siamo abituati a definire attraverso la nostra soggettiva/collettiva percezione della realtà delle cose, con l'eternità del tempo, ci accorgiamo inevitabilmente di quanto ogni cosa sia dannatamente ...relativa, inconsistente, fugace, inutile ed insensata. Cercare a tutti i costi di provare a dare un senso a tutto ciò che fondamentalmente non ha alcun senso, non aiuta di certo nessuno, nella ricerca della serenità e della felicità; anzi, porta solo alla disperazione o alla follia, nel peggiore dei casi. La soluzione migliore sta semplicemente nel trovare un modo per ingannare il tempo, con il corpo e la mente, affinché esso [il tempo] non ci permetta di soffermarci troppo a riflettere sulla sua eterna giovinezza …e sulla sua spietata incuranza per tutto ciò che accade nell’Universo". F.I.
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“A sei mesi di vita compresi la differenza tra un corpo solido ed uno liquido; a tre anni pensavo che il mondo fosse fatto solo di materia allo stato solido oppure liquido. A sei anni qualcuno mi fece osservare che esiste anche la materia allo stato gassoso (seppur invisibile ad occhio nudo, in molti casi). A otto anni scoprii che esiste qualcosa di totalmente invisibile, in grado di scaldare gli ...oggetti, chiamato calore. A 12 anni qualcuno mi fece osservare che per produrre calore ci vuole energia; senza tuttavia spiegarmi che cos’è l’energia. Malgrado ciò, a 16 anni scoprii che tutta la materia, non è altro che una forma complessa di energia; ma ancora non mi era chiaro cosa fosse l’energia. Qualche anno dopo capii che forse, l’energia, altro non è che una forma complessa d’informazione. A tal punto illusione e realtà fisica, nella mia mente, smisero di essere considerate come due cose ben distinte …e scoprii la leggerezza”. F.I.
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“Per quanto una persona possa essere ignorante, il suo vissuto potrebbe essere più ricco d’esperienze rispetto a quello di una persona molto più colta e intelligente;  quindi, se quest’ultima è in grado di trarre, analizzare ed elaborare il maggior numero di informazioni da tali esperienze, potrà apprendere qualcosa di utile sulla vita, anche da una persona che apparentemente potrebbe sembrare poco interessante. Si può diventare saggi anche attraverso l’analisi delle esperienze altrui; basta non avere mai pregiudizi nei confronti di chi le espone”. F.I.
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"Se il destino fatica a darti dei problemi, significa che non ha intenzione di farti apprendere nulla di nuovo, attraverso le esperienze della vita. In tal caso si è dunque delle persone che in molti potrebbero ritenere fortunate (poiché prive di problemi). Ma una persona fortunata con una mente assai debole nel risolvere i problemi della vita (a causa dell’inesperienza), nei momenti in cui il fato smette di sorridergli, non potrà far altro che diventare sempre meno fortunata;  mentre coloro che nella vita di fortuna ne hanno sempre avuta ben poca, perlomeno (…nella sfortuna) hanno la fortuna di essere in grado di risolvere (…grazie all’esperienza), se non tutti, almeno buona parte dei problemi più seri (ossia quelli che se risolti, non ci portano a considerarci delle persone fortunate, ma semplicemente serene e in armonia con quanto il destino ha potuto offrirci)". F.I.
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“Essere consapevoli che la strada che si sta percorrendo è quella sbagliata e continuare ugualmente a percorrerla, per seguire chi amiamo. È la scelta di chi non ha più la forza di lottare, per cercare di salvare un’anima inquieta, che il fato gli ha imposto di amare. Chi sceglie la strada più semplice, rinuncia ad un amore malato per salvare se stesso ; per donare altro tempo prezioso ad un corpo la cui anima non troverà mai pace, finché non avrà capito che l’amore è un inno alla vita e non una semplice illusione tra due menti affini ma al contempo lontane”. F.I.
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“Disporre dell’energia fisica di un leone e fare l’amore con la leggerezza di una piuma e l’agilità di un gatto; non chiedere mai, ma attendere che colei che ti ama, si conceda per darti l’illusione che sia in cerca del piacere sessuale, mentre in realtà compie soltanto un atto d’amore. Lasciare che siano i preliminari ad annullare il tempo, affinché svanisca la percezione del suo scorrere, per lasciare il posto ad un istante interminabile in cui si fondano tra loro respiri, sensi ed emozioni. Se alla base di tutto ciò vi è un sentimento sincero e reciproco, esso non potrà far altro che accrescere; se invece è assente oppure non corrisposto, significa che state solo perdendo tempo; in tal caso accontentatevi solo del piacere sessuale, poiché sarà l’unica cosa che potrete ottenere”. F.I.
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"I problemi esistenziali in ambito filosofico, sono veleno per il progresso e l'evoluzione dell'intera umanità ...ma una buona dose di veleno forse ci avrebbe fatto comodo; invece di continuare a sfornare nuove idee per cercare di porre rimedio a quelle che il tempo ha rivelato essere tutt'altro che buone, a passo di lumaca, avremmo sfornato direttamente quelle buone. Quando non vi è alcun premio alla fine della corsa, ma solo l'aggiunta di problemi ancora più seri, sarebbe opportuno decelerare e osservare attentamente i propri passi, al fine di correggerne costantemente la direzione; in tal modo i traguardi non saranno mai ottimali, ma perlomeno evitiamo che siano disastrosi.
Tutto ciò che mette in dubbio il valore della vita sulla Terra (umana e non), può essere considerato veleno (che a ben vedere però, è un ottimo inibitore del progresso sempre più accelerato ed esponenziale in ogni ambito dell'attività umana).  Quanto più è rapido il progresso scientifico-tecnologico, tanto più diviene pericoloso per la nostra stessa sopravvivenza. Per fare un esempio, basti pensare in ambito medico-farmaceutico a come si sia rivelato dannoso l’uso indiscriminato di antibiotici, protrattosi nel tempo per decenni. L’urgenza di curare a tutti i costi, di salvare a tutti i costi delle vite umane, ci ha fatto compiere dei passi falsi; continuiamo ad essere tutti delle cavie per il progresso scientifico, poiché crediamo tutti nell’indiscutibile ed incommensurabile valore della vita umana (…ed è proprio questo a fregarci in partenza)". F.I.

lunedì 3 settembre 2012

Interazioni fotoniche a livello atomico.

Fonte: Sci-X
Da sin. a des.: Ciraci, Pendry, Smith
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Misurando le proprietà uniche della luce su scala di singolo atomo, i ricercatori della Duke University e dell'Imperial College di Londra, ritengono di aver caratterizzato i limiti della capacità dei metalli di essere utilizzati in dispositivi che si basano sull’accrescimento della luce.
Questo campo è conosciuto come plasmonica. Gli scienziati stanno cercando di sfruttare i plasmoni, elettroni che sono stati "eccitati" dalla luce in un fenomeno che produce aumento del campo elettromagnetico. L’aumento ottenuto mediante metalli in dimensione nanometrica è significativamente superiore a quello ottenibile con qualsiasi altro materiale.
Fino ad oggi, i ricercatori non erano stati in grado di quantificare le interazioni plasmoniche a dimensioni molto piccole e, quindi, non potevano quantificare le limitazioni pratiche di accrescimento della luce. Questa nuova conoscenza dovrebbe contribuire allo sviluppo di dispositivi, come i sensori medicali e componenti fotonici integrati di comunicazione, dato che gli scienziati avranno una guida per poter controllare con precisione la diffusione della luce.
Tipicamente, i dispositivi plasmonici implicano le interazioni di elettroni tra due particelle metalliche, separate da distanza molto breve. Secondo gli ingegneri della Duke, negli ultimi 40 anni, gli scienziati hanno cercato di capire cosa succede quando queste particelle si avvicinano sempre di più, tra di esse, a distanze sub-nanometriche.
"Siamo riusciti a dimostrare l'esattezza del nostro modello studiando la diffrazione ottica da nanoparticelle d'oro che interagiscono con una pellicola d'oro", ha detto Cristian Ciracì, postdoc presso la Pratt School of Engineering della Duke University. "I nostri risultati forniscono un forte sostegno sperimentale per la creazione di un limite superiore all’accrescimento massimo di campo, ottenibile con sistemi plasmonici."
I risultati di Ciracì e gli esperimenti dei collaboratori, condotte nel laboratorio del ricercatore senior David R. Smith, professore di ingegneria elettrica e informatica presso la Duke, sono stati pubblicati sulla rivista Science, come articolo di copertina.
Nei loro esperimenti, Ciracì e la sua sono partiti da una pellicola d'oro sottile rivestita con un monostrato ultra-sottile di molecole organiche, costellato di catene di carbonio, controllabili con precisione. Sfere d'oro nanometriche sono state diffuse sul monostrato. Essenziale per l'esperimento era che la distanza tra le sfere e il film potesse essere regolato con la precisione di un singolo atomo. In questo modo, i ricercatori sono riusciti a superare i limiti degli approcci tradizionali e ottenere una firma fotonica, con livello di risoluzione di un atomo.
"Quando si conosce l’accrescimento massimo del campo, si può capire l'efficienza di qualsiasi sistema plasmonico", ha detto Smith. "Questo ci permette anche di 'settare’ il sistema plasmonico per ottenere l’accrescimento esattamente prevedibile; a questo punto sappiamo che cosa sta avvenendo a livello atomico. Il controllo su questo fenomeno ha conseguenze profonde per l’ottica non-lineare e per l'ottica quantistica".
"Questo documento esplora la scienza della luce su scala di qualche decimo di nanometro, il diametro di un atomo tipico", ha detto Pendry, fisico e co-direttore del Centre for Plasmonics and Metamaterials all’Imperial College. "Speriamo di sfruttare questo avanzamento per permettere ai fotoni, che normalmente hanno dimensione di poche centinatia di nanometri, di interagire intensamente con gli atomi, che sono mille volte più piccoli".
La ricerca è stata sostenuta dall' Air Force Office of Scientific Research e dall’Army Research Office’s Multidisciplinary University Research Initiative (MURI).
Gli altri membri del team erano Ryan Hill, Jack Mock, Yaroslav Urzhumov e Ashutosh Chilkoti della Duke University e Antonio Fernández-Domínguez e Stefan Maier dell’Imperial College.
Testo originario di Richard Merritt