giovedì 4 agosto 2011

Stampante 3D, per funzionare utilizza il sole e la sabbia del deserto.


Fonde il silicio dei granelli che raffreddandosi si trasforma in vetro realizzando vasi e bicchieri.

MILANO - Non solo stampa in 3D, ma lo fa usando la sabbia del deserto del Sahara. Markus Kayser, 28 anni, studente tedesco del Royal College of Arts di Londra, all’impresa impossibile stava pensando già da qualche tempo. «L’anno scorso ero nel deserto egiziano a testare la mia macchina a pannelli solari, la Sun Cutter», scrive sul suo sito. «Durante l’esperimento mi sono reso conto che usando il potere della luce e impiegando la sabbia – due elementi che sulle dune non mancano di certo – potevo dare vita a oggetti in vetro».
GENIO DEL DESERTO – Così da quel momento Markus non ha smesso un minuto di lavorare alla sua teoria. Poi, in febbraio, è riuscito a perfezionarla nel Sahara marocchino. E a Siwa, in Egitto, ha potuto gridare eureka. La Sun Cutter si era finalmente evoluta nella Solar Sinter 3D. Il sistema è complesso, ma semplice (e geniale allo stesso tempo) è l’idea che sta alla base di tutto. Il silicio contenuto nella sabbia, riscaldato fino al punto di fusione e poi raffreddato, solidificandosi diventa vetro. Questo processo di conversione è stato utilizzato negli ultimi anni per la tecnologia delle stampanti 3D. Strumenti che creano oggetti praticamente dal nulla. Markus ha aggiunto all’impianto i raggi del sole della sua macchina solare, utili per scaldare il silicio. Ed è così riuscito a creare suppellettili di ogni tipo, dai vasi ai bicchieri, in un luogo davvero impervio. Il tutto partendo - è il caso di dirlo - dalla cosa più semplice al mondo: un granello di sabbia.

Marta Serafini , 03 agosto 2011 , 17:06

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