mercoledì 11 novembre 2009

Stimolare il cervello con la luce, grazie a microfibre ottiche collegate al cranio.

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Scienziati e i tecnici lavorano da tempo sui dispositivi per controllare robot e computer con la mente, ma c’è chi si è spinto oltre. Infatti i ricercatori dell’Arizona promettono di compiere il percorso inverso, controllando il cervello delle persone! Come? Con luci e musica.Dal dentro al fuori - Ci avviciniamo sempre più a una prima vera interfaccia uomo-macchina in grado di parlare lo stesso linguaggio, ma allo stesso tempo la tecnologia si inoltra in un terreno pericoloso. Ci sono confini forse da non superare, perchè poi è impossibile tornare indietro. Gli studi sulla mente e sul cervello hanno permesso la creazione di “lettori” che traducono gli impulsi elettrici in elettronici inviandoli senza o con fili a macchinari. Ma allo stesso tempo hanno svelato come è possibile scardinare le difese agendo direttamente sul cervello.Scopi benefici, non militari - Per fortuna per ora gli intenti sono solo benefici (o sono solo mascherati da tali?) visto che si utilizza il metodo della stimolazione magnetica transcranica per agire su determinate regioni cerebrali con impulsi magnetici. Già in passato si è adottata per combattere la depressione e migliorare i tempi di reazione, oltre che per curare epilessia e Parkinson con speciali Pacemaker. Ma niente avvicina il nuovo studio basato su suoni e luci.I suoni per controllare il cervello e curare patologie - L’Università dell’Arizona ha usato gli ultrasuoni per stimlare attività da dentro il cervello al di fuori. L’onda sonora stimola chimicamente le cellule cerebrali con il risultato di ottenere movimenti fisici ad esempio per chi ha subito danni agli arti. Volendo si può anche diminuire il metabolismo del cervello per ridurre i danni in seguito a un incidente: “Stiamo tentando di creare un metodo per stimolare in modo profondo il cervello - spiega il professor William J. Tyler – ma per ora non c’è da allarmarsi perché tali strumenti funzionano solo a una distanza di massimo un metro, le onde non superano muri o ostacoli. In realtà noi li abbiamo provati solo a un massimo di 50 mm dal cranio dei tester”.Anche la luce può essere impiegata – Ma allo stesso tempo si può anche utilizzare la luce al posto dei suoni. Con l’optogenetica che sta a metà tra ottica e biotecnologia, nel ramo dell’ingegneria genetica. Si introducono geni per decodificare canali ed enzimi fotosensibili, così gli scienziati possono stimolare il cervello con la luce grazie a microfibre ottiche da pluggare direttamente nel cranio per eccitare la materia. Si possono in tal modo studiare meglio le funzionalità neuronali osservando i circuiti e i passaggi, analizzandoli sotto una nuova lente di ingrandimento. Negli esperimenti si è riuscito a “curare” topi affetti da paralisi facendoli camminare nuovamente, in futuro si potrà stimolare il cervello senza tecniche invasive usando particolari LED a svariate frequenze. I test sono già avviati sui primati, poi fra qualche anno si passerà all’uomo.

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