lunedì 20 luglio 2009

L'evoluzione della tecnologia ...dallo spazio al pianeta Terra.

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a cura di Chiara Albicocco
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Da bambini tutti abbiamo odiato l'apparecchio per i denti, soprattutto quello di ceramica fatto a placchette attaccate direttamente sul dente. Ecco non immaginerete mai che quella stessa ceramica è stata impiegata per la prima volta come rivestimento per le navicelle spaziali. Questo è solo uno dei tanti esempi di come la tecnologia studiata e progettata per le missioni spaziali, possa arrivare sulla Terra, nelle nostre case, fra le nostre mani… e anche nelle nostre bocche.
Ora pensate ai caschi da motociclista dietro alla loro progettazione c'è lo studio svolto da fior fior di ingegneri che hanno messo a punto il casco spaziale, quello indossato dagli astronauti durante le missioni, composto da tre strati di una speciale plastica, con la visiera protettiva e la superficie anti-graffio. E sempre a proposito di caschi, anche l'elmetto da football americano ha una storia evolutiva legata allo spazio, infatti la speciale schiuma che c'è all'interno e che serve per attutire gli urti dei giocatori di football è stata in realtà concepita per rendere più confortevoli i sedili dello shuttle durante la fase di lancio.
E' grazie agli ingegneri della Nasa che la sala pesi della vostra palestra vi permette di mantenervi in forma, sì perché le attrezzature che utilizzate e, in particolare i pesi, sono stati progettati per l'allenamento dei muscoli degli astronauti.
Inutile dirvi che il joystick dei videogiochi viene concepito prima di tutto per la guida del Lunar Roving Vehicle, la navicella della missione Apollo per ispezionare il suono lunare. E solo in un secondo momento, viene utilizzato dai ragazzi per muovere sugli schermi dei computer il personaggio di un videogame.
Forse la tecnologia che più di ogni altra ha rivoluzionato e sta rivoluzionando le nostro vite è la tecnologia wireless. Il trapano a batteria che non necessita della corrente elettrica, usato per la riparazione della navicella spaziale, è stato in realtà realizzato per permettere agli astronauti di portare a terra un souvenir, cioè per bucare ed estrarre un pezzetto di suolo lunare. Oggi senza questa ingegnosa trovata non potremmo utilizzare i PC portatili, l'aspira-briciole e come dimenticare… i nostri inseparabili telefonini.
Ricerche infinite sui materiali tessili da portare nello spazio si traducono in vere e proprie scoperte utilissime per l'abbigliamento terrestre. Esempi? Le tute dei pompieri, ignifughe e resistenti alle condizioni più estreme hanno preso in prestito le tecnologie di protezione del corpo dalle tute astronautiche… ma non finisce qui… I materiali che permettono alle tute spaziali di essere isolanti e traspiranti al tempo stesso vengono impiegati anche per le tende da campeggio utilizzate nelle situazioni di emergenza dalla protezione civile.Il polipropilene della biancheria degli astronauti che raffredda la superficie corporea e permette l'evaporazione del sudore ha ispirato la realizzazione di abbigliamenti da lavoro come le uniformi della polizia, dei piloti aeronautici e anche quelle dei fornai!
Al contrario, erroneamente, si pensa che il velcro sia nato nei laboratori della nasa per la chiusura delle tute spaziali, di sicuro i bottoni non sono consoni per un viaggio su Marte… provate a pensare se dovesse staccarsene uno… ago e filo in micro-gravità non so come si comporterebbero…Ma dicevo… il velcro si pensa sia stato progettato per lo spazio, invece no, è stato inventato da un ingegnere svizzero nel 1941 al ritorno da un passeggiata in campagna. Arrivato a casa si accorse di avere dei minuscoli fiori rossi attaccati alla giacca. Colto dalla curiosità, li analizzò al microscopio e scoprì che erano fiori che sul calice avevano degli uncini, li studio e decise riprodurli artificialmente con il nylon. L'invenzione fu con successo brevettata bel 1955.
E chissà mai che tra poco non troveremo sulle nostre tavole sale e pepe in formato liquido, proprio come quello che utilizzano gli astronauti… non possiamo permetterci che la caduta accidentale di qualche granello di sale possa ostruire le preziosissime attrezzature spaziali o che un pizzico di pepe finisca nel naso degli astronauti, provocando fastidiose conseguenze… eccì!

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